REGGIO CALABRIA – Dopo anni di contabilità incerta e gravi irregolarità amministrative, l’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Reggio Calabria prova a voltare pagina. La direttrice generale Lucia Di Furia, intervenuta a Buongiorno Regione su TGR Calabria, ha confermato che l’ente sta lavorando per garantire un graduale ritorno alla normalità, puntando sull’innalzamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) e su un miglioramento dei servizi di prevenzione.
Contabilità risanata, ma con criticità
Il primo passo concreto è stata l’approvazione dei bilanci arretrati, con la certificazione della società di revisione KPMG, incaricata dalla Regione Calabria di analizzare la situazione contabile dell’Asp dal 2013 ad oggi. Tuttavia, la stessa società ha evidenziato che fino al 2021 molte pezze giustificative sono mancanti e ormai introvabili, segno di una gestione opaca e disorganizzata protrattasi per anni.
La storia recente dell’Asp di Reggio Calabria è segnata da scandali e infiltrazioni mafiose, che hanno contribuito a un dissesto finanziario stimato in oltre un miliardo di euro. I pagamenti doppi o tripli, le fatture inesistenti e la totale mancanza di controllo sulle spese hanno reso il risanamento un’impresa titanica.
L’obiettivo: ricostruire la sanità territoriale
Superata la fase emergenziale della ricostruzione contabile, la sfida ora è garantire servizi sanitari efficienti alla popolazione. “Lavoriamo per garantire ai cittadini un sistema sanitario più solido e vicino alle loro esigenze”, ha dichiarato Di Furia, sottolineando l’impegno per innalzare i LEA e rafforzare la prevenzione.
La direttrice generale ha inoltre evidenziato la necessità di un cambiamento culturale nella gestione della sanità pubblica, puntando su trasparenza e legalità per evitare che si ripetano gli errori del passato. “C’è ancora molto da fare – ha concluso – ma la strada è finalmente tracciata”.