Droni, fototrappole e tolleranza zero. È questa la ricetta del nuovo assessore all’Ambiente del Comune di Reggio Calabria, Filippo Burrone, per affrontare una delle piaghe più visibili e sentite in città: l’abbandono indiscriminato di rifiuti.
A pochi giorni dall’ingresso in Giunta, Burrone ha presentato alla stampa la sua strategia ambientale, partendo da una premessa forte: “Chi sporca deve pagare”. Un messaggio chiaro, rivolto non solo ai cittadini incivili, ma anche ai soggetti incaricati della gestione del servizio, come Ecologia Oggi, a cui l’amministrazione richiede ora “prestazioni all’altezza delle aspettative”.
Tra le novità operative, l’introduzione di foto-trappole mobili e l’utilizzo di droni per il monitoraggio aereo del territorio. Le telecamere, annuncia Burrone, saranno segnalate da apposita cartellonistica e posizionate nei punti più sensibili, con possibilità di essere spostate secondo necessità. “Non si tratta di repressione cieca – chiarisce – ma di un’azione determinata per tutelare l’ambiente e il decoro urbano.”
Ma il vero banco di prova si chiama Arghillà, quartiere da anni alle prese con un degrado ambientale e sociale diffuso. “Qui la situazione è critica, e il Comune da solo non basta. È necessario il supporto dello Stato”, ha dichiarato l’assessore, annunciando l’intenzione di convocare un tavolo con tutte le istituzioni competenti. L’ipotesi sul tavolo è quella di un presidio fisso di forze dell’ordine, che possa garantire presenza e deterrenza sul territorio.
Burrone ha anche accennato a un piano straordinario di pulizia delle spiagge, in vista della stagione estiva, con interventi coordinati tra Comune, aziende e associazioni di volontariato. “Il nostro mare deve tornare ad essere un simbolo di bellezza, non una discarica”, ha detto.
Conclude così: “L’ambiente è un bene di tutti. Serve l’impegno di ciascuno per difenderlo. Chi non lo capisce, troverà sulla sua strada un’amministrazione determinata a intervenire.”