L’aspirina previene le metastasi tumorale limitando l’inibizione del TXA₂ da parte delle piastrine

Uno studio recente evidenzia come l'assunzione di aspirina a basse dosi possa ridurre il rischio di metastasi e mortalità correlata al cancro
aspirina rallenta metastasi nei tumori

Uno studio pubblicato su Nature ha rivelato che l’assunzione di aspirina a basse dosi (75–300 mg) può prevenire la formazione di metastasi limitando l’inibizione del trombossano A₂ (TXA₂) da parte delle piastrine. Inoltre, è stato osservato che il trattamento con aspirina è associato a una riduzione della mortalità correlata al tumore in individui senza metastasi.

La metastasi, ovvero la diffusione delle cellule tumorali dai tumori primari verso organi distanti, è la principale causa di mortalità legata al cancro, rappresentando il 90% dei decessi. La capacità delle cellule tumorali di metastatizzare le rende vulnerabili all’attacco del sistema immunitario, che può essere sfruttato per prevenire recidive nei pazienti a rischio. In un nuovo studio pubblicato su Nature, i ricercatori hanno identificato un meccanismo chiave che coinvolge l’aspirina, un inibitore della cicloossigenasi 1 (COX-1), nel migliorare l’immunità alle metastasi e prevenire la progressione del cancro.

Il processo di metastasi è ostacolato dalla presenza di un microambiente immunosoppressivo nei tumori consolidati. Tuttavia, le micrometastasi non godono di tale protezione, risultando vulnerabili al sistema immunitario. Gli autori dello studio hanno dimostrato che l’aspirina, inibendo COX-1 nelle piastrine, riduce la produzione di trombossano A₂ (TXA₂), una molecola che normalmente sopprime l’attività delle cellule T, le quali sono cruciali nella difesa contro il cancro. TXA₂, infatti, attiva una via immunosoppressiva che limita la capacità delle cellule T di proliferare e svolgere le loro funzioni effettive, riducendo l’efficacia della risposta immunitaria contro le metastasi.

In esperimenti condotti su modelli animali, la delezione condizionale di ARHGEF1, una proteina che media la via di segnalazione di TXA₂ nelle cellule T, ha aumentato l’attivazione di queste ultime nel sito metastatico. Ciò ha portato al rifiuto immuno-mediato delle metastasi, in particolare nei polmoni e nel fegato. L’uso di aspirina a bassa dose, insieme a inibitori selettivi di COX-1 e alla delezione piastrinica di COX-1, ha ridotto significativamente il tasso di metastasi, supportando l’ipotesi che la limitazione della produzione di TXA₂ potenzi l’attività antitumorale delle cellule T.

Questi risultati gettano nuova luce su un percorso immunosoppressivo finora sconosciuto e suggeriscono che l’aspirina, grazie alla sua capacità di inibire COX-1 nelle piastrine, possa svolgere un ruolo cruciale nell’attività anti-metastatica. Questo studio non solo conferma il legame tra immunità delle cellule T e soppressione mediata da TXA₂, ma apre anche la strada a potenziali trattamenti immunoterapici mirati per prevenire la recidiva metastatica nei pazienti con carcinoma in fase precoce.

Le meta-analisi di ampi studi clinici hanno già suggerito che l’assunzione quotidiana di aspirina a basse dosi possa ridurre il rischio di metastasi e migliorare la sopravvivenza nei pazienti con cancro, sebbene l’efficacia sembri essere particolarmente evidente nei tumori che esprimono alte quantità di antigene HLA di classe I. Inoltre, l’uso di aspirina per ridurre la mortalità del cancro è stato associato a una significativa diminuzione dei decessi nei pazienti che non presentano metastasi al momento della diagnosi.

Nel complesso, questo studio fornisce una base meccanicistica per l’uso terapeutico dell’aspirina nel trattamento delle metastasi e suggerisce che l’aspirina, così come altri inibitori di COX-1, possano rappresentare un’opzione promettente per il trattamento e la prevenzione delle recidive in pazienti con tumori in fase iniziale.

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