Villa San Giovanni – Non si placa l’allarme per l’erosione costiera a Cannitello. Il Comitato per la difesa della costa torna a denunciare una situazione critica e smentisce quanto dichiarato nei giorni scorsi dall’amministrazione comunale sulla presunta cessazione del rischio per le abitazioni. «Altro che cessato rischio per le case, siamo ancora in alto mare, anzi, sott’acqua», si legge nella nota diffusa dall’associazione, che sottolinea come il problema non solo non sia stato risolto, ma si sia ulteriormente aggravato.
Dagli annunci alla realtà: “La situazione peggiora”
L’ultima polemica nasce dopo la pubblicazione, il 6 febbraio, di alcuni articoli in cui si parlava di una risoluzione del problema erosivo. «Molti di noi – sottolinea il Comitato – hanno quasi esultato, credendo che il mare si fosse ritirato. Ma una semplice ispezione ha fatto svanire l’illusione: gli amministratori citati negli articoli sono stati davvero sui luoghi? Hanno percorso il tratto dal torrente Santa Trada allo Zagarella?».
Le risposte, secondo i residenti e gli attivisti, sono sotto gli occhi di tutti. «Una casa con i piedi nell’acqua può ancora essere travolta da una mareggiata? E una casa dove il mare ha scavato una grotta sotto le fondamenta può essere considerata fuori pericolo? E soprattutto, una giornata di bassa marea può davvero creare l’illusione di una spiaggia rinata?».
Micro-barriera crollata e spiaggia scomparsa
Le preoccupazioni del Comitato riguardano soprattutto le opere di protezione realizzate nel tempo. «Di sabbia non c’è traccia e la micro-barriera che doveva proteggere quel tratto di costa si è ormai sbriciolata. Affondata. Insomma, non c’è quasi più. Il mare sta riprendendo il suo corso distruttivo e le case sono di nuovo, più di prima, in pericolo».
Anche l’apporto di sabbia effettuato con il supporto del Comune di Villa San Giovanni alla foce dello Zagarella non ha avuto gli effetti sperati. «L’azione erosiva del mare ha ripreso il sopravvento, vanificando gli sforzi fatti».
Un’emergenza annosa e una burocrazia paralizzante
Il Comitato chiede da anni interventi strutturali per arginare la crisi. «Abbiamo lottato per ottenere attenzione, uno studio morfodinamico, risorse per correggere gli errori umani, la manutenzione dei torrenti, come il Piria, ormai ridotto a una discarica a cielo aperto». Nonostante l’interessamento della Prefettura, che ha promosso tavoli tecnici per coordinare gli enti competenti, la burocrazia ha bloccato ogni soluzione concreta.
Il Comitato ricorda che entro il 2022 avrebbe dovuto essere pronto il piano per utilizzare il finanziamento regionale di 1,8 milioni di euro destinato alla messa in sicurezza della fascia costiera. «Ma si è perso nei meandri della burocrazia e ora si riparte da capo».
Nuovi fondi, vecchi dubbi
Di recente, la Regione ha rifinanziato il progetto, ma restano incertezze sulla sua effettiva realizzazione. «Chiediamo garanzie sulla gestione dei fondi. Speriamo di uscire finalmente da questo incubo. E accendiamo una “candela” alla Corte dei Conti affinché vigili sulla corretta destinazione delle risorse pubbliche, che non possono più essere sprecate né deviate».
L’appello finale del Comitato è chiaro: servono azioni concrete e immediate per salvare la costa di Cannitello, prima che il mare faccia il suo corso irreversibile.