Scoppia la polemica a Villa San Giovanni sulla richiesta, avanzata dall’Ufficio Tecnico e dalla Polizia Locale, di regolarizzare le insegne degli esercizi commerciali già installate sin dall’avvio dell’attività. A denunciare il provvedimento è il Codacons, che parla apertamente di «tentativo di fare cassa» da parte dell’amministrazione.
A farsi portavoce della protesta è Antonia Condemi, presidente provinciale dell’associazione a tutela dei consumatori. «Non mettiamo in discussione la procedura in sé – afferma – ma il fatto che si chiedano quasi 100 euro a esercente per bolli e SCIA, senza contare il compenso del professionista necessario per presentare la documentazione».
Il Codacons ritiene che questa richiesta sia non solo onerosa ma anche illegittima, citando la Risoluzione 24/E dell’8 aprile 2013 dell’Agenzia delle Entrate, secondo la quale le insegne di esercizio inferiori ai 5 metri quadrati, poste nel luogo in cui si svolge l’attività, non sono soggette a imposta né a presentazione della SCIA.
Non finisce qui. L’associazione contesta anche la pretesa di imporre una scadenza triennale alle insegne, con l’obbligo di rinnovo pena sanzioni fino a 1.731 euro. «Si richiama impropriamente l’articolo 23 del Codice della Strada – spiega Condemi – che fa riferimento a impianti pubblicitari fuori dai centri abitati, non alle insegne di esercizio all’interno del territorio urbano».
Secondo quanto riferito, il 7 marzo il Codacons ha trasmesso via PEC una comunicazione formale agli uffici comunali e, per conoscenza, alla Prefettura di Reggio Calabria, chiedendo la sospensione immediata del provvedimento. Ma – accusa Condemi – «l’amministrazione non ha ritenuto di rispondere, proseguendo nella richiesta che rischia di configurare un illecito amministrativo».
L’associazione si dice pronta a dare battaglia per difendere i commercianti locali, chiedendo un intervento urgente delle autorità competenti per verificare la legittimità delle richieste avanzate dal Comune.